I LIVELLATORI

Romanzo breve

(Delos Digital)

Se c’è un incubo per uno scrittore, è quello di scrivere a comando. Per Aldo Guzman è solo l’incipit di una storia davvero inconcepibile.

Aldo Guzman è uno scrittore, uno di quelli di successo, da migliaia di copie.

Un giorno bussa alla sua porta un’elegante coppia. La donna indossa un cappotto rosso scuro, ha i capelli ondulati sciolti sulle spalle e un sorriso che può fulminare un morto. Lui, più compassato, veste un cappotto blu scuro di ottima fattura. E impugna una pistola, che punta dritta al suo petto.

Lo tramortiscono, e lo rapiscono. Quando si sveglierà i due gli chiederanno di fare qualcosa di molto strano, sotto la minaccia di una Walther P99 AS, un gioiello che non sbaglia.

Ma chi sono, questi due?

A cura di Luigi Boccia

Scrivo storie. Sono uno di quelli che sa come offrire emozioni dell’altro mondo a prezzi popolari. Mi nutro di incubi, e vado a dormire sperando di non fare sogni d’oro perché gli incubi sono il mio pane quotidiano. Sì, la Paura mi dà da mangiare e non è cosa da tutti, oggi. Lo fa perché sono bravo. La so trattare, la corteggio con garbo ma con tenacia, la seduco, poi la stendo sul letto e me la lavoro lasciando che sprigioni tutta l’energia che i lettori cercano nei miei libri, tutta quella che le loro capsule surrenali non sono capaci di produrre.
Sono uno scrittore di successo, per la miseria.
Per essere chi sono ho rinunciato ad avere una famiglia. Oddio, non è che la cosa mi abbia mai allettato granché, sono sempre stato un solitario che rifugge l’idea di un’estranea che ti circola per casa e che ti sconvolge l’ordine dei barattoli nella dispensa, di qualcuno che usa il mio cesso lamentandosi se lascio la tavoletta alzata e che spreme il tubetto del dentifricio partendo dal centro, che si lamenta se fumo e dove fumo, se scoreggio e dove scoreggio. Voglio stare solo. Vivo fuori città apposta per non essere bersaglio di visite improvvise di sedicenti amici, lontani parenti, fans o di chi accidenti se lo faccia passare per la testa. Ho bisogno della mia solitudine per poter ospitare in ogni momento le mie puttane: Ansia, Emozione e Morte.
Quando scrivo non ho regole né orari. Mangio quando capita, la notte si inverte col giorno, mi faccio la doccia quando puzzo, mi rado se e quando mi va e non esco quasi mai. Mi piace vivere secondo le esigenze del corpo e della mente. Se avessi avuto una compagna sarebbe stato impossibile. Per non parlare dei figli: nottate in bianco nel tentativo di sedare pianti isterici, occhiaie, nervosismo ed eterni sacrifici.
Sì, lo so, sono egoista ed egocentrico. Sono una macchina da guerra.