Età over 50 è quando doppi la boa del “finalmente me ne fotto”.

Noi con un’età over 50 oggi abbiamo spostato in avanti l’asticella de “nel mezzo del cammin di nostra vita” che il Sommo all’epoca sua aveva fissato a 35. Siamo entrati nella “seconda età”, quella più bella in termini di libertà, consapevolezza, e un pizzico di strafottenza.

Ho visto uomini e donne dannarsi per questo traguardo. Ho sentito affermazioni del tipo “ormai sono morto” e “che devo fare più, ormai sono vecchia”; niente festeggiamenti, niente a cui brindare, unico imperativo categorico è rassegnarsi.

È vero, ne acquisiamo la consapevolezza: il più è fatto, abbiamo più giorni alle spalle che di fronte ma proprio per questo tutto assume un valore diverso. Fissare con ossessione quella boa ne sfoca tutti contorni, ci impedisce di vedere oltre. E quell’oltre spesso è meraviglioso.

Possiamo innanzitutto definirci fortunati ad esserci arrivati: è un privilegio che tanti non hanno avuto e che a 20 anni volentieri avrebbero scambiato i nostri giorni con i loro. Le rughe? Sono vita. Sono le risate con chi ami, le bevute con gli amici (anche se sappiamo che l’alcool è nemico della pelle), i pianti per un amore perduto e le preoccupazioni per un figlio che ritarda a rientrare. La pancetta è il ricordo di una meravigliosa gravidanza e le tette… quelle non saranno mai più come a vent’anni, ce lo possiamo scordare, qualunque sia la nostra storia e relative idee sulla vecchiaia.

Ricordo bene i miei 50 anni.

Al contrario, io ho voluto festeggiare con tutti i miei amici più cari. Ricordo di essermi sentita bene nonostante i temporali che vedevo vorticare sulla mia testa. Ne sono successe cose, da allora. Sembrava che il padreterno (o chi per esso) avesse deciso di ricordarsi di me giusto in quegli anni, e avesse concentrato le sue punizioni divine. E pare che non abbia ancora smesso. Ho dovuto, mio malgrado, combattere per non affogare come mai prima. Dal rosa al grigio è stato poco più di un balzo.

E allora, pian piano, mi sono creata dei salvagente. Mi sono concessa cose che mi facevano star bene e che avevo desiderato da sempre. Mi sono fatta il primo tatuaggio senza dover dar conto o esempio a nessuno. Ho iniziato a suonare la batteria (uno dei miei più grandi desideri negati di ragazzina). Ho iniziato a praticare il wing tiun kung fu (un percorso personale di grande importanza che mi ha ridato autostima e aiutato a ricentrare me stessa).

Mi sono sentita dire “ma tu fai tutte ‘ste cose da maschio?” Certo, se ci mettiamo anche che guido la motocicletta. E me ne vanto. Ecco, un altro vantaggio di un’ età over 50 è di essere una felice consapevole di non dover piacere per forza a tutti, né di doversi giustificare per le proprie scelte. Ho doppiato la boa del “finalmente me ne fotto”, pare niente?

Cerco di essere ottimista. Mi sforzo di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno (se possibile, di roba buona) proprio perché non ho più tanto tempo. Per noi over 50 passare il resto a guardarsi allo specchio e compatirsi non è una bella prospettiva; tanto il tempo se ne frega delle nostre umane seghe mentali e continua il suo scorrere implacabile. So che non posso riavvolgere il nastro e tornare indietro, e se potessi lo farei solo a patto di conservare la consapevolezza di oggi, magari con un paio di modifiche a mio favore.

Ora che sto per varcare la soglia dei 60, la vita mi pone davanti all’ennesimo periodo buio, durissimo da affrontare. La perdita del mio compagno è la cosa peggiore che mi sia mai capitata. Ma sto qua, a combattere, ancora.

Simonetta

Scrittrice, counselor, giornalista, motociclista, batterista e svariati altri “ista”. Ama i gatti e Stephen King ma lui non lo sa.