Lutto

Il lutto è un vero e proprio viaggio. Non di quelli belli che tutti desideriamo fare ma un affondo pietoso verso l’inferno, dal quale purtroppo non tutti riescono a tornare.

Quando si perde una persona cara, specie se all’improvviso, non si ha il tempo di metabolizzare come spesso accade per una lunga malattia.

È una mannaia che ti spacca in due senza preavviso, e un dolore atroce che ti avvolge, ti stritola e ti consuma, giorno dopo giorno. Ti trovi a dover fare i conti con una solitudine a cui non eri preparato anche se prima non avevi mai avuto problemi a stare solo. I pensieri tornano con malefica costanza al momento della morte, se l’hai vissuta in diretta, ed è devastante perché quei ricordi ti mozzano il respiro, fanno un male cane. Chi ci è passato lo sa bene.

Che si può fare, dunque? Non molto, in verità. Imparare ad accettare la cosa e a convivere con l’assenza. Non è facile, non è scontato. C’è chi ci riesce in un mese, chi in un anno, chi ce ne mette dieci e chi non lo supererà mai… Tutto dipende da noi.

Farsi aiutare da uno specialista, sia esso uno psicologo, uno psichiatra o un counselor, sarebbe cosa buona e giusta perché da soli è davvero molto, molto dura.

Io vi racconterò il mio lutto, e ogni strategia che metterò in atto per cercare di uscire da questo inferno perché a restare qui si muore dentro, ci si spegne e non credo che i nostri cari lo vorrebbero.

Ma quello che conta è cosa vogliamo noi, giusto? E allora cerchiamo di volerci bene, almeno un po’. Aiutiamoci.

Questo mio blog vorrebbe fare proprio questo: essere un punto di condivisione e di ascolto.

Se vorrete, io sono qui. Per me, per voi, per chiunque.

Simonetta Santamaria

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